Gli amici della cooperativa alle prese con l’emergenza in carcere

Si rinsalda anche in queste settimane di emergenza sanitaria, il rapporto di collaborazione tra l’azienda Scattolin distribuzione automatica e la Cooperativa sociale Bee.4 altre menti di Milano. Oggi nella sede di via Torricelli a Noale è giunta una missiva con cui l’amministratore della cooperativa, Marco Girardello, informa sulla difficile situazione che interessa gli operatori e i soci impegnati a garantire la continuità delle attività all’interno del carcere di Bollate. “Siamo umanamente vicini agli amici della cooperativa Bee.4 e vogliamo condividere anche con i nostri clienti e fornitori, attraverso la pubblicazione sul nostro sito aziendale, la loro esperienza” commentano i titolari Giorgia e Massimo Scattolin.

“Siamo ormai alla terza settimana di accessi contingentati all’interno del carcere di Bollate. È stato lunedì 24 febbraio il primo giorno in cui la direzione dell’istituto è intervenuta cautelativamente per ridurre il numero degli ingressi dall’esterno, con l’obiettivo assolutamente condivisibile di proteggere la comunità che vive all’interno dell’istituto. In tutta onestà non ci saremmo mai immaginati un’evoluzione tanto repentina e per molti versi drammatica della situazione. In questi giorni ci siamo affidati ai pochi colleghi autorizzati ad entrare per garantire la continuità delle nostre attività insieme al gruppo degli operatori che risiedono all’interno. Di punto in bianco tutto è cambiato. Ci siamo lasciati un venerdì sera con una serie di impegni concordati per i giorni a seguire … e ci siamo ritrovati nel bel mezzo di una emergenza sanitaria di portata epocale che sta mettendo a dura prova la nostra comunità nazionale come mai nel recente passato, troncando il rapporto con i nostri compagni di lavoro. Oggi più che mai il pensiero va ai nostri colleghi, ai soci della nostra cooperativa che nonostante la complessità della situazione, stanno andando avanti, giorno per giorno assicurando l’erogazione dei nostri servizi nei vari ambiti in cui siamo impegnati, facendo fronte alle difficoltà oggettive in cui siamo immersi con la convinzione di venirne fuori tutti e bene. Grazie a tutti i nostri partner che in questi giorni ci stanno chiamando, preoccupati per le informazioni drammatiche che sono circolate relativamente alle rivolte occorse in alcuni istituti di pena. E grazie ancora di più ai nostri colleghi privati della libertà personale, che in una situazione così difficile invece di cogliere l’occasione per protestare in modo eclatante stanno scegliendo la via della costanza nel lavoro, della dedizione ai loro impegni, della serietà e della professionalità. Purtroppo fare il proprio dovere fa meno notizia di chi mette a ferro e fuoco un carcere, ma per noi quello che sta accadendo a Bollate va ancora una volta nella direzione di dimostrare come e quanto un certo stile di gestione dell’esecuzione penale possa fare la differenza sul piano dei risultati”.

“Vivere le limitazioni che in questi giorni ci stanno toccando nel quotidiano è molto difficile, per tutti. Accettare che quello che fino a ieri era abitudine e normalità oggi diventi invece limite e divieto non è agevole. Accettare la limitazione dei colloqui con i propri familiari per chi sta dentro è davvero una richiesta molto alta. Ancora grazie per chi, anche e soprattutto in un momento così difficile, riesce a tenere presenti quelle che sono le priorità, sapendo usare la testa e scegliendo la via più sensata. È paradossale forse, ma tutta questa storia, tutti questi mutamenti repentini delle nostre abitudini di vita come risultato finale forse potranno portarci a riconsiderare quello che avevamo/abbiamo in modo differente, riscoprendo valori che forse abbiamo corso di il rischio di dare per scontati. Ne usciremo sicuramente, ancora più consistenti di prima e ancora più convinti del senso di quello che facciamo”.